Contro l'editoria a pagamento

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    Oggi, 31 maggio, per iniziativa del Writer’s Dream, è stata indetta la prima giornata nazionale contro l’editoria a pagamento.



    Spieghiamo in due parole cosa si intende per “editoria a pagamento”.
    L’editoria a pagamento è quel fenomeno per il quale un autore che propone una sua opera a un editore si vede proporre un contratto che prevede un cospicuo esborso di denaro (si parla di importi a 4 cifre).
    C’è chi lo passa per un “contributo” alle spese di stampa, promozione, acquisto ISBN e cose simili, e quindi sono soldi “a fondo perduto”; c’è chi lo maschera con un acquisto copie (solitamente a prezzo pieno) in un numero che varia dalle 50 fino a tutta la tiratura.

    Quello che ci chiediamo noi che aderiamo a questa iniziativa è: perché deve essere l’autore a farsi carico delle spese che di norma spetterebbero all’editore?

    L’editore è un imprenditore e come tale deve assumersi il rischio d’impresa. Questo comporta sostenere i costi che sono propri della stampa, promozione e distribuzione dell’opera. All’autore, in quanto “fornitore” della materia prima, ossia il libro, spetta unicamente il pagamento dei diritti che gli sono dovuti sulle vendite.
    Avete mai visto un fornaio che chiede soldi a chi gli vende la farina? O che gli dice: “ti pago la farina se mi compri 100 focacce?” Ecco… a nostro modo di vedere la situazione è la stessa.

    Se è l’autore che deve investire le sue risorse per “smerciare” il proprio libro, allora è l’autore il vero imprenditore, è lui il responsabile e quindi quello di cui ha bisogno non è un editore ma un tipografo. Per questo, piuttosto che pagare cifre esorbitanti per farsi pubblicare è più conveniente rivolgersi a un print on demand.

    Molti diranno: sì però se pubblico con un editore ho più possibilità di farmi notare e di fare carriera!
    Niente di più falso.
    Quante volte avete sentito di scrittori che sono diventati famosi pubblicando con un editore a pagamento?
    Ne capita uno su un milione. La fama arriva se si riesce a fare il “botto” con un grande editore, ma per arrivare alle big ci sono altre strade che nulla hanno a che vedere con l’editoria a pagamento. Molti editori, anzi, non vedono di buon occhio chi ha pubblicato a pagamento.
    Altro punto: quante volte, andando in libreria, ci avete trovato un libro pubblicato da un editore a pagamento?
    La verità è che non si trovano perché il più delle volte gli editori a pagamento non hanno una vera e propria distribuzione: loro dicono che le copie sono acquistabili in libreria, è vero, ma per acquistarle è necessario che qualcuno prima le ordini. E chi si sognerebbe mai di ordinare un libro di un autore sconosciuto se neppure sa che esiste?

    Molto spesso gli editori a pagamento sono dei veri e propri truffatori, che si limitano a intascare i soldi del vostro contributo, a stampare le copie acquistate da voi e poi non fanno più nulla per vendere il vostro libro, semplicemente perché hanno già recuperato tutte le spese grazie ai vostri soldi e si sono già ritagliati il loro bel margine di profitto.

    Molti dei libri pubblicati in Italia ogni anno arrivano a vendere giusto un paio di copie e una grossa fetta di questi è costituita da libri pubblicati a pagamento.
    Certo, gli editori a pagamento vi illudono, vi parlano di promozione e di interviste radiofoniche e addirittura in TV, ma pensate davvero che una semplice intervista di dieci minuti vi faccia diventare famosi o vi aiuti a vendere una copia in più? E come se poi il vostro libro è introvabile per i motivi citati sopra?
    Organizzare le presentazioni è una cosa che qualunque editore fa, a maggior ragione quelli che non richiedono soldi e che quindi hanno tutto l’interesse a vendere le copie del vostro libro. Persino voi da soli stampando con un print on demand potete organizzarvi una presentazione. E allora perché pagare migliaia di euro per una cosa che potete avere gratis?

    Parliamo poi dei criteri di selezione delle opere pubblicate a pagamento. Selezione? Quale selezione?
    Gli editori a pagamento selezionano il testo in base alla vostra disponibilità a pagare la pubblicazione. Voi mandate un manoscritto che può essere più o meno schifoso e loro dopo una settimana (neanche il tempo di leggerlo) vi mandano una proposta di pubblicazione a tre zeri dicendo che la vostra opera è meravigliosa e cercando di incensarvi a parole per costringervi a vuotare il portafogli.

    Ci sono casi documentati di un invio di testi sconclusionati e scopiazzati che hanno ricevuto proposte a pagamento, c’è stata persino un’inchiesta del Giornale (www.ilgiornale.it/edizione_pdf/26/3...15-pdf_num=1022 ). Eppure nonostante queste cose siano sotto gli occhi di tutti, nessuno fa niente e tutti si nascondono dietro pietose scuse.

    Vogliamo parlare dell’editing? Molti neanche lo fanno, altri si limitano a una correzione di bozze approssimativa, per il semplice motivo che non hanno nessun interesse a vendere un buon prodotto visto che hanno già guadagnato grazie al contributo dell’autore.

    E qui non stiamo parlando di piccoli editori sgangherati o associazioni culturali che chiedono poche decine di euro per tirare avanti, qui parliamo di vere e proprie imprese a contributo con un giro d’affari di diverse decine di migliaia di euro, che ogni anno sfornano centinaia di titoli e tutti con richiesta di contributo.
    Uno su tutti - perché è giusto fare i nomi - è il Gruppo Albatros - Il Filo, sì proprio lui, quello che si fa spudoratamente pubblicità sulle reti Mediaset.

    Ora mi chiedo e vi chiedo: un’azienda che ha le disponibilità economiche per farsi pubblicità in televisione, come è possibile che debba chiedere agli esordienti un contributo economico per coprire le spese?
    E perché i soldi che spende per pubblicizzarsi - “con l’ingannevole slogan: Il Gruppo Albatros seleziona opere inedite (ma non specifica che sono a pagamento)” - non li spende per pubblicizzare i suoi libri e i suoi autori? Qui siamo di fronte a un vero e proprio business basato sugli autori e non sugli acquisti dei lettori. Mi piacerebbe sapere quante copie effettivamente vendano dei loro libri. Ovvio qualcosa venderanno, ma sarà sempre e solo merito degli autori che si danno da fare per promuoversi.
    E su un curriculum letterario una pubblicazione a pagamento non vale niente.

    Il motivo di tutto questo gran discorsone è uno solo: convincere gli autori a diffidare dalle offerte a pagamento e a fare la vera gavetta, farsi leggere e commentare, accettare rifiuti e schede di valutazione negative, continuare a provare finché non si trova un editore serio che è disposto a puntare su di voi senza spennarvi.

    E se il vostro unico scopo è solo vedere il vostro libro rilegato, ci sono molti print on demand che vi possono fare il lavoro a prezzi più che onesti.
    Non pensiate che l’unico modo per farsi pubblicare sia pagare, ci sono migliaia di autori e editori in tutta Italia che possono sostenere fermamente il contrario.

    Ma la passione per lo scrivere da sola non basta, ci vuole ricerca, studio, impegno, inventiva e una buona conoscenza della lingua italiana. Non abbiate fretta di arrivare, perché questa “corsia preferenziale” del contributo vi porterà soltanto a un vicolo cieco. (Molti degli esordienti che pagano non vanno mai oltre al primo libro).

    Se volete maggiori informazioni sugli editori a pagamento e sugli editori che invece non chiedono nulla all’autore potete consultare le liste stilate dal Writer’s Dream a questo indirizzo: http://writersdream.org/forum/viewforum.ph...a8df0dbb0dd3a7b

    Edited by .: Tj :. - 31/5/2010, 14:01
     
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    Qui trovate i link di tutti quelli che hanno aderito ^^

    http://writersdream.org/forum/viewtopic.ph...&p=30831#p30831
     
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    Ecco l'articolo completo con tutti i link di chi ha aderito all'iniziativa ^^

    www.writersdream.org/blog/2010/06/no-eap-alziamo-le-voci/
     
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    ma hanno aderito in tantissimi *__* che bello!!!!
    fai i complimenti a Ayame da parte mia^^
     
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3 replies since 31/5/2010, 11:46   199 views
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