Editori a Pagamento

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    Rompiamo subito il ghiaccio con un argomento diciamo "scottante"

    Gli editori a pagamento.
    Ossia quelli che per pubblicare il libro richiedono un contributo da parte dell'autore.
    A volte si tratta dell'acquisto di un certo numero di copie, a volte proprio di dare soldi così a fondo perduto.

    Qual è la vostra opinione in merito?

    Spendo due paroline per parlare della mia esperienza.
    Da quando ho iniziato a scrivere ho avuto 3 offerte di pubblicazione a contributo.
    La prima, una decina di anni fa, era più da un tipografo che da un editore, mi chiedeva 15 milioni di lire (sì sì avete letto bene quindici) per stampare 3.000 copie del mio libro che poi sarebbero finite tutte a casa mia e io avrei dovuto occuparmi personalmente di distribuirlo... ma anche no! *shock*
    Forse anche per quello, per un po’ di tempo ho accantonato la cosa. Tra l’altro ancora non avevo internet e avevo pochi mezzi per informarmi.
    Le altre due richieste mi sono arrivate da editori che avevo contattato per pubblicare la mia raccolta di poesie, la prima dall’editrice Il Filo che mi chiedeva 1800 euro in acquisto copie e la seconda dall’editore Aletti che mi chiedeva 850 euro in acquisto copie.
    Naturalmente ho rifiutato perché oltre ad essere contrario alla mia idea di editoria, neanche li avevo tutti quei soldi da investirci.

    Ma da questo mi sorge una domanda: ma allora è lecito pensare che agli editori a pagamento non importa nulla di quello che uno ha scritto purché paghi?
    Dal momento che ho proposto altre mie opere ad editori non a pagamento e non sono state accettate, mentre la stessa silloge poetica proposta a due autori a pagamento è stata accettata da entrambi al primo colpo! Caspita! Ma allora devo essere la più grande poetessa vivente! ... ma anche no!
    Non prendiamoci in giro.
    Ho rifiutato il contratto perché non avevo disponibilità finanziaria e l’editore non ha mostrato il minimo interesse a farmi una controproposta. Ciò può voler dire una sola cosa: non gli fregava nulla dei miei scritti e molto più del mio conto in banca.

    Faccio un piccolo ragionamento in termini “ragionieristici” e metto in spoiler per non allungare il poema XD
    SPOILER (click to view)
    Domanda: perché dovrei accollarmi io il rischio d’impresa?
    L’editore è un imprenditore. Deve acquistare la materia prima (in questo caso il nostro testo), lavorarla (ossia stamparla su carta) e poi rivenderla intascando gli utili sulle vendite.
    Se non riesce a fare ciò, ossia coprire i costi sostenuti e ritagliarsi un margine di profitto facendo il suo lavoro (che è vendere a terzi) allora può anche chiudere bottega subito e cambiare mestiere.
    Perché chiedere un contributo all’autore è come dire al mugnaio: ti pago la farina se tu mi compri cento focaccine… (scusate l’esempio un po’ ridicolo xD)
    Ma la cosa peggiore in tutto questo è che quando ti chiedono l’acquisto copie, uno può dire, voglio contribuire ai costi per il bene dell’editore (cosa che esula un po’ dal modo di ragionare di un contabile ma vabbeh…) il problema è che queste copie le fanno pagare a prezzo pieno.
    A prezzo pieno vuol dire che:
    * paghiamo all’editore i costi di stampa per quelle copie
    * paghiamo all’editore la sua percentuale di utile
    * paghiamo all’editore I NOSTRI diritti d’autore.
    La legge dice che ogni autore ha il diritto a un giusto compenso per la sua opera intellettuale.
    Noi questo compenso lo versiamo all’editore… non vi sembra come dire un tantino… Illogico?

    Perché a conti fatti, per un piccolo editore, una tiratura di 200 copie di un autore sconosciuto è una manna dal cielo.
    Se un editore questa tiratura la può ottenere intascandosi i soldi dall’autore, quanto pensate che gli possa interessare se ha pubblicato una cosa buona o una cosa pessima? Tanto lui si è già messo al sicuro spennando il povero autore di turno…

    La pubblicità, le presentazioni, la distribuzione in libreria, su internet ecc. sono tutte cose che si possono ottenere da un qualsiasi editore non a pagamento, (persino da chi fa print on demand, pensate!) perché è questo il suo lavoro. Non siamo noi a pagargli lo stipendio, un imprenditore serio si deve sostenere da solo.
    Uno che sborsa 1800 euro per farsi pubblicare come minimo dovrebbe starsene in poltrona e aspettare che arrivino i guadagni o i riscontri delle vendite e invece si ritrova a fare il porta a porta per smerciare le sue copie e a fare le catene di lettura e gli scambi ecc. come tutti gli esordienti che partono da zero… ma allora dove sta l’investimento? In che cosa ho investito?


    Concludo dicendo che gli autori che pubblicano senza nulla chiedere all’autore ci sono e fanno il loro lavoro seriamente.
    Non vorrei mai che tra gli autori esordienti dovesse prendere piede l’idea che per pubblicare si debba per forza pagare.
    Non è questa la gavetta, non c’è nessuna spinta a migliorarsi quando si ha un editore che ci dice quanto è bello il nostro libro perché gli sganciamo un assegno.

    E vi lascio con un link al manifesto contro il contributo editoriale a cui aderiscono molti piccoli editori... forse è il caso di provare con loro prima di sborsare fior di soldi, che dite?
    http://www.casadeisognatori.com/2manifesto.htm

    A voi la parola ^^
     
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  2. juliette1804
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    Io scrivo recensioni di libri di poesia per una rivista letteraria di Padova e praticamente tutti i libri di poesia che mi capita di leggere sono di editori a pagamento, ce ne sono alcuni come le Edizioni Del Leone di Spinea (Venezia) che sfornano più di 100 titoli di poesia all'anno che poi hanno pochissimi lettori, perché la poesia si vende difficilmente, ma ce ne sono molte altre di case ed. a pagamento, oltre a Il Filo e all'Aletti ci sono la Blu di Prussia di Piacenza, la Ibiskos di Empoli, la Masso delle fate di Prato, la Lietocolle di Como (anche se questa ho saputo che fa contratti differenziati in base alla validità dei testi, ma anche in base a quanto un autore è già conosciuto), l'Editrice Veneta di Vicenza, l'Edigiò di Pavia, la Carello Editore di Catanzaro, etc. e sicuramente me ne sono dimenticata qualcuna...
     
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    Beh, ultimamente i bambini non si spaventano più per le storie di mostri nell'armadio. Si impauriscono molto di più al pensiero di scrittori a pagamento!
    SPOILER (click to view)
    image Ok, scusatemi la brutta battutina, ma in effetti si sentono davvero brutte storie da questo tipo di editore...
     
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  4. Alessandra Paoloni
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    Allora: io dico solo qualche parola e non aggiungo altro per non scatenare inutili ire da parte della casa editrice stessa che nemmeno nominerò.
    Lasciate stare gli editori a pagamento!!!!! meglio pubblicare a questo punto con una casa editrice piccolissima che nessuno conosce e farsi pubblicità da soli. Pagare non è sinonimo di sicurezza, gli editori ti abbandonano lo stesso e forse lo fanno anche prima. Evitate.
     
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    Pienamente d'accordo con te Alessandra, e poi come già detto, i print on demand costano infintamente meno degli autori a pagamento e ti offrono quasi lo stesso servizio.

    Se uno è un po' spigliato le presentazioni e la pubblicità riesce a farsela anche da solo u.u
     
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  6. Alessandra Paoloni
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    CITAZIONE
    Se uno è un po' spigliato le presentazioni e la pubblicità riesce a farsela anche da solo

    Hai ragione, la fatica è tanta perchè la gente se non sei nessuno non ti ascolta, ma le soddisfazioni proprio per questo sono ancora più grandi!!!!!
    Dritti alla meta e conquista la preda!!!!! :D
     
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    Comunque penso che dovrebbe esserci maggiore trasparenza. Se un editore pubblica a contributo dovrebbe dichiararlo (alcuni lo fanno) di sicuro eviterebbe a un sacco di gente di perdere tempo e magari avrebbero anche meno richieste, di conseguenza meno polli da spennare e magari chissà per la legge della domanda e dell'offerta si vedrebbero costretti a cambiare la loro politica editoriale...

    Alla fine siamo noi, gli scrittori e aspiranti tali, che permettiamo a certi editori di continuare a prosperare... finché ci saranno persone che accettano di pubblicare a pagamento, ci saranno sempre editori che ci lucrano sopra Y_Y
     
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    CITAZIONE (Alessandra Paoloni @ 7/10/2009, 11:54)
    Allora: io dico solo qualche parola e non aggiungo altro per non scatenare inutili ire da parte della casa editrice stessa che nemmeno nominerò.
    Lasciate stare gli editori a pagamento!!!!! meglio pubblicare a questo punto con una casa editrice piccolissima che nessuno conosce e farsi pubblicità da soli. Pagare non è sinonimo di sicurezza, gli editori ti abbandonano lo stesso e forse lo fanno anche prima. Evitate.

    Dopotutto anche il print-on-demand è una forma di editoria a pagamento no?
    Spesso gli autori si comprano i propri libri e li rivendono. Questo non fa altro che alzare il prezzo già considerevolmente alto.
    Senza contare che non si entra in libreria, nè con la piccola editoria, nè con l'editoria a pagamento, nè con il print on demand.
    Si può entrare in piccole librerie.
    Certo, il fatto è questo. Se mi ritrovo con mille copie, a chi le vendo?
    Alla fine finirò (Xd) per farmi pubblicità in rete, quindi tanto vale fare print-on-demand.
    La realtà è che se si viene rifiutati da grosse case ditrici significa che nel 90% dei casi il libro tante possibilità non ne ha.
    O si getta la spugna, lo si riscrive, etc, oppure se proprio si vuole vederlo pubblicato e si ha la certezza che avrà un successo interplantario, meglio andare sulle piccole case editrici non a pagamento, anche se ovviamente c'è prima da valutare siti come lulu e ilmiolibro, che offrono un'ottima stampa.
     
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    Scribacchino

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    Non è assolutamente vero che con la piccola editoria non si entra in libreria. Con l'editoria a pagamento e il print on demand no, non succederà mai, ma la piccola editoria vi ci porta, in libreria. Logico che non ci sarà la copertura di Mondadori o altre big, ma è assurdo anche solo pensarlo, com'è assurdo pensare che solo le grandi di facciano entrare in libreria. Magari, informarsi prima di parlare... :rolleyes:

    E, oh signore! Cosa leggo! I pod sono meglio della piccola editoria? O_o e per quale assurda ragione è meglio non avere selezione, nessun professionista che cura editing, copertina, distribuzione e faccia il suo lavoro? O_O
     
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    In effetti la prima cosa che un autore dovrebbe fare è rivolgersi a editori NON a pagamento, che per fortuna ce ne sono tanti.
    Purtroppo questo non vuol dire venire automaticamente pubblicati e non vuol dire che se si pubblica con un piccolo editore poi non si debba farsi pubblicità sul web, anzi...
    Io sono tra quelli che è ancora alla ricerca di un piccolo editore non a pagamento che mi faccia arrivare in libreria (e non solo su ordinazione) e spero di trovarlo un bel giorno :)

    Riguardo i POD non posso che quotare Ayame, offrono un buon servizio a livello di stampa, però bisogna starci attenti a come si usano: curare l'editing, la veste grafica e tutto quanto da soli non è così facile e può anche pregiudicare il nostro lavoro. Avere un parere esterno è sempre importante perchè tutti possono dire "il mio libro è bellissimo" ma sta al lettore poi valutare se lo è effettivamente, quindi chi acquista un libro pubblicato con i POD avrà sempre il dubbio di avere davanti un prodotto scadente.
    Il problema è che se grandi case editrici pubblicano schifezze pure loro (tipo i libri di Moccia e di altra gente dello spettacolo) allora tutti possono pensare di scrivere un libro e pubblicarselo X°D
     
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  11. ..:Lilith:..
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    Fin'ora ho avuto due proposte da parte di case editrici che mi chiedevano soldi per pubblicarmi.
    La prima risale al tempo delle lire ^^
    Mi chiesero 15 milioni per pubblicare il mio fantasy @.@
    La seconda è dello scorso anno: per la modica cifra di 800 euro sarei stata selezionata per un'antologia di racconti.
    Ho rifiutato entrambe.

    Ah, dimenticavo... ho partecipato ad un concorso (non a pagamento) che avrebbe scelto autori di racconti per un'antologia. Mi hanno comunicato che ero stata selezionata ma che per comparire nell'antologia avrei dovuto acquistarne x copie... non le ho acquistate...

     
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  12. °°T.S°°
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    Anche a me era successo ai tempi delle lire ò_ò pure a me 15 milioni chiedevano ò_ò (al che li ho gentilmente mandati a quel paese xD)

    800 euro per un'antologia di racconti, neanche per un libro tuo? ò.ò ma questo è un furto in piena regola °________°
    Se chiedono 800 euro a tutti quelli che partecipano ci mangiano su che è una meraviglia =__=
    Mediamente una tiratura di 100 copie costa 500 euro, mi domando quante copie volessero stamparne, magari si stampavano solo le copie per gli autori e il resto finiva in tasca loro?
    Non si finisce mai di scoprire cose nuove... -____-
    Bello pure quello dell'acquisto copie dell'antologia, sono le tipiche iniziative che servono solo a far guadagnare gli editori perchè giustamente il diritto d'autore mica te lo corrispondono... *sospiro rassegnato*
     
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  13. ..:Lilith:..
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    CITAZIONE (:: T.S :: @ 21/11/2009, 18:33)
    800 euro per un'antologia di racconti, neanche per un libro tuo? ò.ò ma questo è un furto in piena regola °________°

    Eh già...
    E infatti li ho gentilmente mandati dove sappiamo ^^



     
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    CITAZIONE (-Ayame- @ 16/11/2009, 19:56)
    Non è assolutamente vero che con la piccola editoria non si entra in libreria. Con l'editoria a pagamento e il print on demand no, non succederà mai, ma la piccola editoria vi ci porta, in libreria. Logico che non ci sarà la copertura di Mondadori o altre big, ma è assurdo anche solo pensarlo, com'è assurdo pensare che solo le grandi di facciano entrare in libreria. Magari, informarsi prima di parlare... :rolleyes:

    E, oh signore! Cosa leggo! I pod sono meglio della piccola editoria? O_o e per quale assurda ragione è meglio non avere selezione, nessun professionista che cura editing, copertina, distribuzione e faccia il suo lavoro? O_O

    Dipende, ovviamente, in che libreria vai. In una libreria grossa puoi trovare anche editori a pagamento, se il libro è bello. Perché d'altronde se il libro è buono non vendono tutte le copie allo scrittore, ma fanno ristampe.
    Se guardi negli scaffali, i libri maggior mente visibili sono quelli di grandi case editrici, oppure libri che hanno un successo straordinario.

    Ciò che ho detto non è che i pod sono meglio della piccola editoria. Ma la piccola editoria non a pagamento, teoricamente per sopravvivere deve fare una selezione. Magari meno ristretta e severa, ma comunque una selezione.
    Dunque il fatto è questo: se si crede veramente nel proprio romanzo e si viene rifiutati dalle case editrici non a pagamento... i casi sono due.
    Pubblico print on demand, quindi alla fine posso o vendere le copie direttamente in rete o acquistarle per me medesimo e venderle personalmente.
    Oppure pubblico con editori a pagamento.
    Ora però mi sorge un dubbio. Con tirature di "grandi portate" (rispetto a quelle dei pod) degli editori a pagamento, il prezzo di un libro non tenderebbe a scendere?

    Ora, non per fare il tirchio, ma la maggior parte dei libri pubblicati con i pod non sono uno spettacolo. Ce ne sono di belli, ma sono casi rari. E si si va sulle 150-200 pagine, quindi un libro medio, il prezzo tende ad andare dai 12 euro in su.
    Ieri ho trovato nella libreria del cinema un libro Newton&Compton scritto con maestria, oltre trecento pagine veramente interessanti al modico prezzo di 4,50.

    Se si è certi che il proprio libro venderà migliaia di copie, a sto punto meglio usare l'editoria a pagamento, che altro non è print on demand in grande.
     
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    CITAZIONE (Tenris @ 13/12/2009, 12:27)
    Ora però mi sorge un dubbio. Con tirature di "grandi portate" (rispetto a quelle dei pod) degli editori a pagamento, il prezzo di un libro non tenderebbe a scendere?

    Ora, non per fare il tirchio, ma la maggior parte dei libri pubblicati con i pod non sono uno spettacolo. Ce ne sono di belli, ma sono casi rari. E si si va sulle 150-200 pagine, quindi un libro medio, il prezzo tende ad andare dai 12 euro in su.
    Ieri ho trovato nella libreria del cinema un libro Newton&Compton scritto con maestria, oltre trecento pagine veramente interessanti al modico prezzo di 4,50.

    Se si è certi che il proprio libro venderà migliaia di copie, a sto punto meglio usare l'editoria a pagamento, che altro non è print on demand in grande.

    No Tenris, ti prego, non mi dire ste cose...

    Da come parli sembra che pubblicare a pagamento sia sano buono e bello cosa che non è per questi motivi:

    - Le tirature di "grandi portate" di cui parli tu, te le puoi scordare. Se ti va bene l'editore a pagamento ti fa una tiratura di un migliaio di copie (che il più delle volte resteranno invendute IMHO), se ti va male, stamperà solo e unicamente le copie che rifila a te. (E lo stesso numero di copie te le puoi tranquillamente comprare con i POD e con un notevole sconto. Anzi ci sono pure POD che pubblicano solo un numero minimo di copie che va dalle 100 in su, pensa un po' te...)

    - Il prezzo: i libri pubbicati dagli editori a pagamento non li trovi a meno di 10 euro (e si parla di libri di pochissime pagine). Se conti che alle mie raccolte di poesie da 70 pagine volevano mettere come prezzo di vendita 12 euro... fai un po' te... Alcuni hanno dei prezzi obiettivamente assurdi.
    Se la Newton Compton (che non è a pagamento ovviamente) ti fa pagare 4 euro un libro è perchè ci guadagna sulle grosse quantità e magari ne venderà un milione di copie (cosa che un editore a pagamento se lo sogna)

    - Gli editori a pagamento NON fanno promozione, o se la fanno, la fanno poco e male.

    - I libri pubblicati con i POD non sono uno spettacolo... ok ma questo dipende dall'autore che cura tutti i particolari, se uno se la cava con la grafica e non è uno sprovveduto sgrammaticato, il risultato finale non è da buttare (io ho pubblicato un libro con POD e la qualità di stampa è molto buona).
    Invece ho visto delle cover di alcuni editori a pagamento che fanno obiettivamente ca@are.
    Qualità scarsa, e editing approssimativo...

    dov'è la differenza con un POD?

    Prima di tutto che tu non devi obbligatoriamente comprare 100 e passa copie e spendere fior di soldi!

    Secondo: che le copie che acquisti con i POD le paghi a prezzo di stampa e non a prezzo pieno come te le fanno pagare invece gli editori a pagamento

    Terzo: se tu non vuoi spende un centesimo non spendi un centesimo e puoi ugualmente vendere copie dei tuoi libri facendoti pubblicità tramite internet.

    Quarto: non venderai mai migliaia di copie con un piccolo editore perchè non ha distribuzione. Non puoi essere certo che il tuo libro venderà a meno che non vieni pubblicato da un editore medio-grande.
    Gli editori che chiedono soldi all'autore sono tutti medio-piccoli e semi-sconosciuti. Ci sono le eccezioni ma sono rare, tipo prendi un'editore come il Filo, lui pubblica anche libri di persone famose, ma siamo sicuri che fa pagare il contributo anche a loro? E poi prova a chiedere agli esordienti che hanno pubblicato con il Filo quante copie hanno venduto e se sono stati soddisfatti. (io ne ho sentiti che si sono lamentati parecchio...)

    Quindi direi che NO, pubblicare a pagamento non è meglio di niente.
    E' solo un simpatico sistema per spennare gli autori e non assumersi il rischio d'impresa che dovrebbe gravare sull'editore.
     
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20 replies since 4/10/2009, 11:23   1218 views
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